La vendetta del ragno by Lars Kepler

La vendetta del ragno by Lars Kepler

autore:Lars Kepler [Kepler, Lars]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Longanesi
pubblicato: 2022-11-09T23:00:00+00:00


43

Valeria esce dall’ultima serra, solleva la carriola e si avvia verso la cantina interrata. Dopo una giornata di duro lavoro ha le spalle e la schiena indolenzite. Deve solo recuperare i sacchi di patate prima di concedersi una doccia e preparare la cena.

La cantina è stata ricavata ai piedi di una collinetta naturale, coperta di erba e betulle filiformi.

Il fresco locale sotterraneo l’ha sempre fatta pensare al racconto su re Sveigðir, nella Saga degli Ynglingar. Il re stava rincasando da un banchetto quando un nano gli si parò davanti, dicendogli che Odino lo stava aspettando. Il nano spalancò un varco in un grosso masso e re Sveigðir si affacciò su una sala illuminata. I tavoli erano imbanditi con piatti fumanti e dai soffitti pendevano grandi lampadari. Ma non appena il re fu entrato nel masso, il varco si richiuse alle sue spalle e nessuno seppe mai dove fosse finito.

Valeria spalanca la pesante porta, prende con sé la cesta di vimini e inizia a scendere i ripidi gradini.

Quando attraversa l’ultimo raggio di sole, prima di inoltrarsi nella semioscurità, qualche capello nella sua coda di cavallo riluce di un bagliore ramato.

È da tempo che non scende in cantina, anche perché cerca di farlo il meno possibile. Il vano della scala è molto più stretto di come lo ricordava.

Basta scendere qualche metro sotto terra per imbattersi in un silenzio completamente diverso.

Il sudore le cola lungo la schiena.

Un odore intenso di terra e vecchie foglie le sale alle narici.

La luce della lampadina al soffitto si riflette sulle bottiglie di sciroppo di sambuco. Dalla fessura tra due pietre nella volta cade un filo di terriccio.

Durante l’inverno, la pressione del terreno ha spinto le pareti verso l’interno, rendendo più stretta la scala.

Valeria continua a scendere e si accorge che le tremano le gambe.

L’aria è completamente immobile.

Le prese d’aria devono essere ostruite dalle radici.

È quasi arrivata in fondo alla scala quando il terreno smotta con uno schianto. Il soffitto si abbassa di quasi una spanna, la terra secca frana sul pavimento.

Qualcuno dev’essere salito sulla collinetta sopra la sua testa.

Alcuni sassolini rotolano giù per gli ultimi gradini.

Il sangue le romba nelle orecchie.

L’aria viziata le fa girare la testa. Valeria pensa che sia meglio tornare indietro e si volta.

Sa benissimo che dipende dalla luce fioca, ma la scala le sembra stretta come la tana di un coniglio.

Il vano della porta più in alto splende di una luce dorata. I cardini cigolano, il rettangolo luminoso si assottiglia rapidamente e la porta si richiude.

Valeria lascia cadere la cesta e prova ad allontanare le pareti con le mani.

Respira affannosamente, in cerca di ossigeno.

Tutto si fa nero, Valeria cade a terra.

Quando la porta si riapre, Valeria sente una voce maschile dire qualcosa. Solleva lo sguardo e intravede una sagoma sottile.

«C’è nessuno?»

La sagoma inizia a scendere la scala verso di lei.

«Si è fatta male?»

L’aiuta a rialzarsi e quasi sollevandola di peso l’accompagna verso l’uscita, mentre i guanti da lavoro le si sfilano dalle mani.

Lo sconosciuto l’aiuta a sedersi sul pendio erboso. Valeria fa qualche respiro profondo, poi solleva il viso verso il cielo luminoso e si pulisce la bocca con la mano.



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